Il Festival della Vita Nascente

di Chiara Mantovani*

Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta: la Rete per la Giornata della Vita Nascente ha svolto il suo 3° Festival!

Nella amena località di Pontremoli, con la collaborazione fattiva e convinta del Comune e la generosa accoglienza del Sindaco, l’avvocato Jacopo Ferri, e del consigliere Paolo Parodi, abbiamo potuto illustrare le ragioni che hanno portato alla nascita della Rete e insieme mostrare con un po’ di buona scienza,

di bellezza e di arte che la vita è un gran bene.

Tra le tante Giornate dedicate a tutto, ne manca una dedicata alla Vita Nascente. Niente di particolarmente astruso, un semplice atto di riverenza per ciò che tutto il genere umano ha in comune: l’essere nato. E, subito prima, essere stato un ‘nascente’. Nel momento della massima vulnerabilità, qualcuno ci ha accolto, ci ha abbracciato, si è preso cura di noi. Se nessuno lo avesse fatto, semplicemente non esisterebbe storia. Non è un modo di dire: non esisterebbe la Storia, nessuno avrebbe qualcosa da raccontare.

È sembrato un tema sufficientemente importante per essere preso in considerazione da alcune associazioni già ben strutturate, come l’Associazione Papa Giovanni XXIII, il Movimento per la Vita, Alleanza Cattolica, Family Day, Sui Tetti, Rete Mondiale Preghiera del Papa. E interessante anche per piccole associazioni, che hanno aderito con semplicità e fidandosi di una semplice intuizione, profondamente seria: chiediamo al Parlamento che istituisca in data 25 marzo la Giornata della Vita Nascente.

Perché è seria, anzi drammatica, la crisi della natalità.

Nella mattinata di sabato 29 marzo, nella prima parte del Festival intitolata “Far fiorire la Vita”, il grande Pino Morandini (consigliere e responsabile della Commissione Enti locali e politiche per la vita del MpV italiano) ci ha ampiamente illustrato perché le fredde cifre della statistica, fotografia oggettiva del reale, dovrebbero preoccupare governi e amministrazioni, ogni famiglia e anche ogni persona consapevole del bene comune. Se non nascono bambini, non solo vanno in crisi sistemi pensionistici, istruzione e welfare, ma scompaiono tradizioni, costumi e valori che hanno costruito società intere. L’avvocato Aldo Ciappi, con mirabile similitudine, ha esortato alla speranza operosa: quando un mosaico va in frantumi o si maledice la sorte e si perde un capolavoro, oppure si ricomincia da una tessera e con paziente laboriosità si ricostruisce l’opera.

Tutto può essere utile: certamente servono provvedimenti di politica lungimirante e attenta al valore della vita, come dimostrato dalle testimonianze di Cristina Morandi (vicesindaco di Cerea) e di Andrea Mazzi (consigliere comunale di Modena, past coordinatore della Rete).

Un’altra via la offre l’arte e la bellezza, per riallacciare concretamente l’alleanza con la vita, accorgendosi che merita stima e rispetto, come le opere pittorica di Marisa Catalano e scultorea di Luciano Preti, ci hanno dimostrato, inaugurando la mostra nei locali del Comune di Pontremoli.

Una cultura, dunque, che sia educazione al vero, al buono, al bello.

Una graziosissima bomboniera di teatro ha accolto la seconda parte del Festival “Per coltivare la speranza”: si è voluto invitare a fidarsi anche del cuore delle persone, della non esaurita capacità di commuoversi profondamente di fronte alle difficoltà e di offrire porti sicuri dove condividere i pesi. È il racconto, esemplare, di tre donne con le esperienze di ascolto e sostegno alle maternità scomode, piene di problemi e apparentemente irrisolvibili. I cinquant’anni dei CAV con l’esempio di Carlo Casini; la capacità di dono incondizionato ispirata dalla dedizione totale di un prete ‘scomodo’ come don Oreste Benzi, che recupera coloro che oggi papa Francesco chiama ‘le vite scartate’; ma anche l’esempio di una mamma, Mariabruna Cilli, che per vicende personali genera con poche amiche “Progetto Angelica. Amiche per la Vita”, sono i punti di appoggio di chi volesse chiedersi che cosa si può fare.

Perché, come ci ha mostrato il travolgente neonatologo senese Carlo Valerio Bellieni, presentando il suo libro “I primi mille giorni d’oro”, la meraviglia della vita che si forma e cresce e nasce e si manifesta nella originale unicità della sua personalità è uno spettacolo che strappa più di un sorriso, riempie il cuore di stupore e genera gratitudine.

Bisogna saperlo guardare onestamente e volerlo umilmente riconoscere.

Allora sarà facile aiutare, sostenere, valorizzare ogni singola vita, sapendo che non è un’idea e ha un nome: persona umana, piccola o grande, nascente o nata.

 

*Coordinatore Rete per la Giornata della Vita Nascente

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